lunedì 22 luglio 2013

L'infinita attesa della comprensione








Sapete a quali conclusioni sto arrivando, giorno dopo giorno?
Potrò essere: magra, denutrita, sovrappeso, obesa, disperata, depressa, ansiosa, drogata, alcolista, o qualunque altro comportamento autodistruttivo che una persona possa avere. Mi immagino con un altro problema, per esempio, quello della droga. La situazione sarebbe più o meno la stessa... parlo anche dal punto di vista sociale\famigliare.

Nessuno sarebbe capace di comprendermi. Né di aiutarmi. Né di farmi sentire meglio, tanto meno di regalarmi un briciolo di serenità...
Perché sono circondata da persone fondamentalmente incapaci ed asettiche, che non hanno idea di che cosa possa celarsi in un cervello come il mio.
Perché non basta venirmi a dire "ma guardati, sei bellissima! Devi solo trovare la volontà".

Allora ho capito. Perché continuare a torturare me stessa nell'INFINITA ATTESA che qualcuno mi aiuti?

Perché il desiderio di ognuna di noi è quello. Essere piccoline, indifese, delle bambine che chiedono amore e comprensione...




Io, di questo passo o in altri, non ce l'avrò mai. Probabilmente neanche voi, perché nessuno ha realmente capito cosa vi portate sulle spalle e di cosa ci vuole per togliervelo di dosso.
Devo contare unicamente su me stessa. Solo io posso cessare quest'infinita, straziante attesa.

Insomma, non è stato sufficiente che mi riducessi alla disidratazione e alla denutrizione per cambiare le persone intorno a me.
Ho insistentemente chiesto aiuto, sia verbalmente che non verbalmente. Ci ho sperato tantissimo.
Ma nessuno mi ha dato ciò di cui avevo disperatamente bisogno. Neanche i medici e gli specialisti, che si divertono a trattarci come robot che eseguono alla lettera le perle di saggezza che ci elargiscono.
Allora basta.


Statemi bene,
M.V.

7 commenti:

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    1. Cara Marcella,
      Non sono una specialista, né un'esperta. Solo una ragazza fra tante, che ha gridato e a sua volta ascoltato gli urli delle tante altre ragazze fra tante.
      Ogni problematica è a sé: su questo non ci piove. Ognuna ha il proprio motivo per scivolare in basso. Però, i punti in comune ci sono per forza. E' documentandomi che ho capito che ciò che provavo\provo non è unico al mondo, ma condiviso da centinaia di altri esseri umani.

      Chiunque esca dagli schemi e vada verso l'autodistruzione, che tu lo voglia ammettere o no, è una persona senza modelli, ignorata, invisibile, che non ha avuto e non ha supporti.
      Persone non capite.
      E' proprio dal tuo "per certi versi io aborro tutte le anoressiche" ho capito che non hai compreso la gravità della situazione. Ma anche la profonda sofferenza.

      Parlo per me (ma anche per altre centinaia di ragazze perché ripeto, i punti in comune bene o male sono gli stessi!), il trascinarmi verso la morte non è stato INTENZIONALE. Questo è una cosa che ho capito dopo.
      Mi spiego meglio: il pormi un obiettivo morale ed estetico (che è l'inizio del calvario per tutte, un inizio subdolo e, purtroppo, euforico), in realtà nascondeva tutta la miriade di problemi irrisolti che mi porto segregati sin dall'infanzia.

      Non si decide di "morire di fame" per cambiare gli altri. Si vuole cambiare se stessi, diventare più forti, più capaci di controllare se stessi e il mondo circostante. Ma questi sono i significati nascosti, ovviamente... che neanche io stessa comprendo, fidati. Ma ciò che voglio comunicarti, è che sono messaggi CRIPTATI, che vanno analizzati, non di certo giudicati.

      Una persona che abbandona se stessa è una persona che è stata abbandonata. Inevitabilmente, essendo sola e senza figure di supporto, cerca sostentamento mediante altre maniere. C'è chi ce la fa, e chi purtroppo incappa in maniere nocive. Vedi droga, alcolismo, ecc.

      Non mi sono arrabbiata leggendo i tuoi giudizi, perché so che te, come tanti altri, non potrai mai capire fino a che non lo proverai sulla tua stessa pelle.
      Per te è sciocco e immaturo. Per noi, è una profonda sofferenza che non si riesce ad esprimere altrimenti.

      In conclusione: non puoi dire che non si può vivere in funzione dell'altro. L'essere umano è sociale, NECESSITA di vivere in funzione all'altro. Altrimenti saremmo tutti costantemente soli, non trovi?
      Ci portiamo dietro un bagaglio di esperienze spesso dimenticate, somatizzate. Specie quelle proprie dell'infanzia. La cosa va analizzata minuziosamente, ma non puoi categoricamente fermarti all'apparenza e giudicare in questo modo.

      Non tutti dispongono di forza e intelligenza, in certi momenti. Ma la si trova... e che lo si voglia o no, si ha bisogno di aiuto.

      Tu non hai compreso il mio post. Ma qualunque altra ragazza nelle mie stesse difficoltà, che abbia a sua volta compreso l'origine dei propri problemi... mi capisce appieno.

      Grazie di aver commentato! :)

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    2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  2. "Insomma, non è stato sufficiente che mi riducessi alla disidratazione e alla denutrizione per cambiare le persone intorno a me.
    Ho insistentemente chiesto aiuto, sia verbalmente che non verbalmente. Ci ho sperato tantissimo.
    Ma nessuno mi ha dato ciò di cui avevo disperatamente bisogno. Neanche i medici e gli specialisti, che si divertono a trattarci come robot che eseguono alla lettera le perle di saggezza che ci elargiscono.
    Allora basta."

    Sarebbe riduttivo dire che questa é la chiave per la guarigione, ma di certo posso dire che é UNA GRANDE PARTE DI ESSA, secondo me!
    Quando smetti di essere la bambina che vuole essere aiutata e aiuti te stessa scopri una nuova forza, scopri che oltre a una bambina indifesa ce n'é pure una che cade sbucciandosi il ginocchio e capisce che ci si puó rialzare invece che stare per terra.
    Solo noi possiamo aiutare noi stesse. Ma soprattutto nel mio percorso ho scoperto che non chiedevo mai ció di cui avevo bisogno e quando lo chiedevo non era automatico che venissi capita o aiutata, e questo non perché le persone erano cattive, ma perché ognuna di loro,come me, ha dei limiti e dei propri tempi di crescita..
    Per cui chiedere a una persona essere piú di quello che poteva essere, era inutile, nemmeno morendo di fame.
    Peró, appunto, quello che abbiamo siamo noi stesse e la nostra pazienza di aiutare gli altri a comprenderci, non avendo la garanzia che lo faranno e sapendo che comunque ci vogliono bene lo stesso..
    Un bacio

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    1. Grazie di aver commentato... <3
      Sì, è un passo avanti, soprattutto rispetto a due mesi fa.. neanche il ricovero in ospedale ha saputo fermami! E' stato qualcosa di graduale... ho raggiunto una tale disperazione, ho supplicato indirettamente la mia famiglia di aiutarmi, ma non ho ricevuto nulla. E' stato quello il famoso "fondo", non il ricovero... il prender atto che affamata o meno, i problemi rimangono e che nessuno era\è in grado di decodificare i messaggi indiretti che mandavo...
      Hai ragione, ognuno ha i suoi tempi di crescita... spesso non ci rendiamo conto di quanto sia incomprensibile agli altri, ci aspettiamo che colgano al volo un nostro sguardo, un nostro gesto... ma non tutti sono tanto sensibili quanto noi!

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  3. ciao!
    grandi parole, nelle quali mi ritrovo perfettamente.
    Anche io credevo di stare lanciando grida disperate...e in realtà il mio aspetto malaticcio le lancia ancora...e mi arrabbiavo, me la prendevo se gli altri non si prodigavano per aiutarmi.
    "Come, sono così self-involved da non accorgersi che sto male?"
    Quando la prima egocentrica sono io. Una bambina che gioca a farsi male, e a fare male a tutte quelle persone che al grido d'aiuto rispondono.

    Le altre persone, se ci sono, vediamole come sostegno, e ringraziamole di volerci bene, se non ci sono, peggio per loro!
    Ma dobbiamo contare su noi stesse, e affidarci a noi, per poterne uscire.

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    1. Sono "felice" che tu abbia potuto comprendere le mie parole... che io non sia l'unica a viverle, che siano un possibile punto d'incontro fra persone tanto lontane ma simili... e ovviamente mi dispiace che tu possa comprenderle, perché ciò significa che hai vissuto appieno ciò che ho vissuto io.
      Una bambina che gioca a farsi male... parole crude ma vere.
      Un abbraccio, grazie per esser passata.

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